I Dune Shacks di Cape Cod
Se andate a Provincetown, la punta estrema a nord della penisola di Cape Cod, approfittate di dedicare tempo a ispezionare le dune di sabbia del Parco Nazionale poiché qui si trovano 19 Dune Shacks. Cosa sono? semplici capanni disposti sulle dune di sabbia, costruiti tra gli anni ’20 e gli anni ’50 utilizzando gli scarti di naufragi che sono arrivati sulla spiaggia e parti della vecchia stazione di salvataggio. In questi capanni alloggiarono le icone delle arti e della letteratura americana del 19° e 20° secolo: Jackson Pollock, Tennessee Williams, E. E. Cummings e Henry David Thoreau. Qui crearono le loro opere, in serena pace e tranquillità, protetti dalle dune tra Provincetown e Truro.
Ma l’origine dei dune shacks risale ancor prima, poiché furono ideati nel 1882 quale stazione di salvataggio marino, costruiti dalla Massachusetts Humane Society. Si chiamavano: the Peaked Hill Bars. Nascosti tra le dune, ben isolati, ospitavano i membri dello United States Life-Saving Service la cui missione era di aiutare i sopravvissuti dei naufragi. Questi capanni fornivano un immediato riparo e rifornimento ai marinai naufragati. Vi si trovano chiare menzioni nel libro Cape Cod scritto da Thoreau nel 1865.
Negli anni ’20 gli artisti e scrittori che giungevano a Provincetown, riuscivano a rifugiarsi in questi capanni per trovare isolamento e ispirazione creativa. Capanni selvaggi e primitivi, privi di collegamento elettrico ed acqua potabile, costituivano la dimensione di fuga dalla quotidianità in un contesto naturale di indubbia bellezza.
Eugene O’Neill scenografo teatrale, fu uno dei primi residenti famosi. Acquistò un capanno originale da Mable Dodge e vi si stabilì con la seconda moglie, Anne Bolton. Fu in questo luogo che scrisse sia Anna Christie (1920) sia The Hairy Ape (1921). Il suo nido creativo fu poi sommerso dalla sabbia delle dune, ma all’origine aggiunse quel tocco artistico al capanno primitivo. Seguirono altri illustri quali Tennessee Williams, Jackson Pollock, Willem de Kooning, Norman Mailer, Mark Rothko, E.E. Cummings e Harry “The Poet of the Dunes” Kemp, giusto per citarne alcuni. Venivano qui a far visita oppure si stabilivano nei dintorni deserti.
Anche Jack Kerouac elaborò alcuni passaggi del suo libro On The Road in uno di questi capanni. Bisogna anche pensare all’epoca di libertà, ispirazione e probabilmente di grandi gozzoviglie.
Verso la fine degli anni ’50 la popolarità di questi capanni cominciò ad appassire così come la fama bohemien di Provincetown.
Negli anni ’60, precisamente nel 1961, il Presidente John F. Kennedy designò questa porzione di circa 800 ettari parte integrante del Cape Cod National Seashore, proteggendola così da futuri sviluppi edilizi, ma al contempo terminando un’epoca di capanni sulle dune e consegnandoli nelle mani del National Park Service (NPS).
Molti capanni abbandonati furono distrutti, mentre altri s’imbatterono in questioni legali sui diritti di proprietà. La maggior parte dei proprietari regolarono la propria posizione nel 1967 ad eccezione di un unico che vide la propria causa dilungarsi fino al 1991, ed un altro capanno che rimase di proprietà privata. Nel 1989 i capanni di proprietà del parco nazionale furono designati quali monumenti dal National Registry of Historic Places, nonostante il costante rischio di mareggiate.
A metà degli anni ’90 i capanni aprirono all’opportunità di essere affittati per una settimana ad artisti, musicisti e scrittori. Molte organizzazioni non profit a Provincetown aiutarono il Servizio dei Parchi Nazionali con il programma dei soggiorni estivi. Chi richiede di risiedere nei capanni deve farne domanda ed è scelto da una giuria o da una lotteria. Nella realtà NPS (National Park Service) non usa neanche mezzi termini per definire quanto rustico possa essere il soggiorno nei capanni: “No housekeeping services; Free assortment of mosquitoes, mice, snakes, voles, ticks.” Ma non sembra che tutto ciò sia un deterrente per coloro che desiderano trascorrevi una settimana o due con l’incredibile possibilità di soggiornare sulle dune spazzate dal vento e trarne ispirazione. Lontano dai vivaci (ma affascinanti) villaggi del centro di Cape Cod, i dune shacks sono ancora oggi un’icona della storia artistica di questa penisola.
Per ammirarli al meglio l’unico sistema è intraprendere un’escursione con Art’s Dune Tours a bordo delle 4×4 e apprendere dalla guida tutte le storie legate ai capanni. I veicoli impiegati non danneggiano le dune e l’ecosistema poiché sono attrezzati con pneumatici speciali. Quest’organizzazione risale al 1964, creata da Arthur Costa, che ingegnosamente offriva passaggi in taxi per andare a vedere i capanni a bordo di veicoli Ford Woody del 1936. Oggi suo figlio Rob Costa continua la tradizione ed oltre ai tour sulle dune ha aggiunto belle esperienze con picnic di astici al tramonto, escursioni fotografiche all’alba, e gite in kayak fino al faro di Race Point Light.
L’unica altra alternativa è quella di parcheggiare l’auto sulla Route 6 e camminare attraverso le dune portando rispetto sia all’ambiente che alla privacy di chi occupa i capanni. Una cosa è certa: i dune shacks affascinano e si vorrebbe tanto andare a perlustrane gli interni, carpirne memorie e segreti, e favoleggiare di poterci stare anche solo per adattarsi ai suoni della natura, alla risacca del mare, al flusso dei venti e trovare la pace di un ambiente incontaminato e salvaguardato. A sera, poi, se ci si avvicina alla battigia dell’oceano, si possono avvistare le foche grigie che stanziano in queste acque.