IL NORTH END: il primo quartiere italiano a Boston
Sia il North End sia il West End di Boston divennero l’enclave primaria degli italiani a Boston.
Nel 1920 si stima che questi due quartieri raggiungessero i 50.000 abitanti.
Alcuni businessmen italiani di successo iniziarono le attività nel North End: mercanti, panettieri, impresari, farmacisti, commercianti di liquori, sarti e proprietari di ristoranti. L’esempio migliore è la PRINCE MACARONI COMPANY fondata da tre immigrati nella Prince Street del North End, agli inizi del 1900. La Prince Macaroni Company fu fondata da Micheal La Marca, Joseph Scaminara e Michael Cantella. Produceva pasta all’italiana nel North End. La pasta è stata prodotta in questo quartiere dal 1874. Altre aziende furono la BOSTON MACARONI COMPANY e la MARAVIGNA MACARONI COMPANY situata in North Street.
Nel 1902 il 19% degli immobili del North End era di proprietà di italiani. Nel 1922 la metà era nelle mani di italiani. Le infrastrutture organizzative del North End ebbero forte espansione con la creazione di istituzioni quali: Sacred Hearth Church nel 1888, St.John’s School nel 1903, St.Anthony School nel 1920 ed una pletora di società di mutuo soccorso religiose. Fu grazie ai residenti italiani nel North End che nel 1919 fu creata la Home for Italian Children, l’istituzione filantropica italiana leader a Boston.
Ciò nonostante la lentezza degli italiani nel richiedere la residenza e la cittadinanza rese ancor più difficoltosa la scalata nel mondo politico. Lo sviluppo della comunità italiana nel West End arrivò successivamente, a saturazione del quartiere del North End. Le due comunità formavano un’unica entità etnica, con gli italiani del West End che dipendevano dagli stessi negozi, servizi ed istituzioni sociali del North End. Gli italiani non furono mai una maggioranza numerica nel West End, bilanciandosi con gli ebrei, gli irlandesi, i polacchi e i lituani. Inoltre il West End subì – durante gli anni ’60 – una devastante ristrutturazione urbana ad iniziativa del piano regolatore civico di Boston, mentre il North End sopravvisse intatto ed originale, tanto che ancora oggi ci si riferisce quale “Little Italy” di Boston.
Poche furono le variazioni architettoniche, tra queste, una curiosa: la casa del patriota americano della Rivoluzione, Paul Revere, oggi è un’attrattiva turistica nel cuore del North End, sulla North Square, ma verso la fine del XX secolo ospitava la Banca Italiana, una della tante banche per gli immigrati, in grado di fornire servizi critici alla comunità. Il restauro della casa storica del patriota iniziò nel 1908.
Nel West End gli italiani si ritrovavano nel 1937 alla Cassaro’s Bakery sulla West Margin Street, di proprietà di Louis Cassaro. Numerose erano le botteghe dei barbieri nel West End e a Boston in generale: nel 1930 più della metà dei barbieri nella lista del Boston City Directory, era di italiani. Gli italiani fecero fortuna con il business dell’import-export. Notevoli furono i successi di John De Ferrari. Nel 1947 John De Ferrari donò tre milioni di dollari alla Boston Public Library, una delle maggiori istituzioni pubbliche cittadine e questo fu il maggior lascito pubblico nella storia di Boston. De Ferrari, nato nel North End nel 1865, fu il classico self-made-man che da autodidatta studiò legge dell’immobiliare, business, economia e statistica leggendo i libri della Boston Public Library, presi in prestito. Esiste ancora oggi una De Ferrari Hall nella biblioteca sulla Copley Square, dedicata in suo onore.
Altre storie italiane di successo: quella di Pietro Pastene, fondatore della Pastene & Company e quella di John Cifrino, che fondò la prima catena di supermercati in America. John Cifrino nacque a Prepazzano in provincia di Salerno nel 1879, immigrò a Boston nel 1895 all’età di sedici anni. Nel 1901 aprì l’UPHAM’S CORNER MARKET a Dorchester, Massachusetts, un quartiere suburbano di Boston, ed – alla fine – sviluppò il mercato più grande del mondo, considerato il primo supermercato americano. Successivamente Cifrino divenne il Presidente dei Supreme Markets.
Un livello secondario d’impresa ebbe successo ancor maggiore: barbieri, panettieri, pizzicagnoli, sarti e negozi di frutta, ciabattini, tanto da fornire sussistenza esistenziale per mantenere famiglie intere e raggiungere un buon livello di confort e sicurezza. Tra questi, ad esempio, Santi Panarello giunse a Boston da Scaletta Zanclea, in provincia di Messina e fece fortuna con il fratello: nel 1909 dirigeva una catena di nove barbieri al 181 di Court Street, Bowdoin Square a Boston.
I mercanti italiani esercitavano i propri commerci nei mercati di Faneuil Hall e Blackstone Street. Altri aprirono ristoranti di classe. Tra questi PIERONI’S al 78 di Park Square a Boston, svolse la sua funzione di albergo e di ristorante. Il Ristoratore Marciano di Pesa arrivò a Boston da immigrante nel 1883 e poco dopo aprì l’HOTEL ITALY sulla North Square, nel North End. Nel 1910 comperò un hotel mal messo nel West End all’84 di Friend Street, e lo ribattezzò HOTEL NAPOLI convertendo il salone di 600 posti in uno dei migliori ristoranti di Boston.Tra gli chef Edward Bonello di Somerville fu cuoco al Parker House dell’Omni Parker House a Boston, storico albergo, Vi lavorò per vent’ani consecutivi succedendo allo zio John Bonello, che nel 1935 fu nominato uno dei dieci migliori chef degli Stati Uniti. Edward, più tardi, prese posto di capo cuoco all’Harvard Club. Suo fratello Mario fu pure cuoco di successo. La famiglia Bonello giunse negli Stati Uniti da Serravalle d’Asti, Piemonte.
Nel North End gli agenti del lavoro organizzavano gruppi di operai che lavoravano nei maggiori cantieri edili, talvolta a centinai di chilometri da Boston. Francesco Ventresca di professione muratore, giunse nel North End da Sulmona degli Abruzzi nel 1947, con la seconda ondata migratoria, inferiore alla prima, e che si sviluppò dopo la Seconda Guerra Mondiale. La figlia Adelia di diciassette anni non parlava italiano e s’iscrisse al corso di lingua inglese della Michelangelo School del North End. Adelia ritornò a Sulmona nel 1949 per sposarsi con Cleto Crognale, anch’egli muratore. I Crognale rimasero in Italia fino al 1952 poiché Cleto doveva terminare il servizio militare. Emigrarono definitivamente a Boston e si stabilirono nel North End, in Clark Street. Nel 1966 si spostarono a Newton, nell’area suburbana di Boston ove continuano a risiedere.
Ma la pesca dagli inizi del ‘900 ebbe parte importante grazie alla comunità italiana che giocò un ruolo fondamentale e contribuì al boom di quest’industria, in parte in crisi.Con lo spostamento dei pescherecci – nel 1914 – a South Boston, i pescatori siciliani dominarono con una buona flotta di pescherecci di proprietà, che operava dal molo T Wharf di Boston. Si specializzarono nella pesca della passera nera, dei molluschi, delle aringhe, delle anguille, dei granchi e delle granseole fornendo alle aziende all’ingrosso la vendita del pescato a tutte le comunità italiane negli Stati Uniti. Vincent Bono (Jimmy) migliorò le barche dal padre Raimondo usate fin dagli inizi del secolo, e rifornì i pescherecci di radio di bordo. Tra i pescherecci è famoso il Carmen & Vince. Raimondo Bono e Filomena, la moglie, arrivarono da Sciacca, Sicilia a New York; qui si sposarono e decisero di spostarsi a Boston puntando sulla pesca. Raimondo fu un membro della Società Madonna del Soccorso di Sciacca. Lui ed i figli ormeggiarono i pescherecci a T Wharf a Boston, sede incontrastata della flotta italiana di pesca. Tre generazioni di Boston hanno investito nell’industria locale della pesca. La Madonna del Soccorso fu fondata nel 1920, e la Santa Patrona dei Pescherecci viene trasportata a spalla da quattordici uomini, ogni anno dalla sua sede permanente al Fishermen’s Club, all’11 di Lewis Street nel North End di Boston, attraverso le strade del quartiere. Questa cerimonia annuale si tiene ogni terza domenica d’Agosto.